Si dice che si puo' odiare solo chi si
è amato molto. E questo ben rappresenta il mio rapporto con la Madre
India. Dal mio primo viaggio nel 1999, non passò anno in cui non la
raggiunsi almeno due - o anche tre volte - l'anno. Mi trasferii a
vivere nella città di Pune durante il 2011 e alla fine del 2012,
quando tornai in Italia ci fù un grande allontamento. Il 2013 fù
l'anno della grande assenza e quest'anno per il momento guardo al
Nord Africa e al Sud America.
Era come se vivessi con una ferita non
ben rimarginata, ma oggi quella ferita si è chiusa, ho perdonato,
lasciato andare e compreso che sono pronto di nuovo ad amare....
Vivere in India non è stato semplice
(ma a chi continua a chiedermi "perchè l'hai fatto" la
risposta è sempre la stessa " perchè Vivo" – proprio
con la v maiscola!!) e mi ha messo di fronte alle sue grandi
contraddizioni, che forse ingenuamente, pensavo già di conoscere.
E quando ho deciso di tornare in
Italia, mi son portato dietro solo brutture e cocci. E' stato così
anche per il trasloco: la ditta che avevo incaricato mi ha fatto
arrivare tutte le miei cose praticamente distrutte...ma bisogna
lasciare andare e quale insegnamento migliore...
I cocci piu' dolorosi son stati quelli
inflitti nel cuore dalle persone e dalle situazioni. Vivere la
quotidinità indiana, oltre ad avermi gettato nel mare di melma della
burocrazia e della corruzione, mi ha fatto conoscere anche tanta
ipocrisia, quell'ipocrisia alla quale si ricorre forse per non
soffrire. E in India di sofferenza ce n'è tanta. Quella del povero
Amit che incompreso ha raccontato di andare a Mumbai per un impiego
di lavoro ben retribuito e in realtà si è gettato sotto un treno.
La sofferenza del professorino universitario che è scappato dal
Gujarat per cambiare sesso, quella del mio autista che addolorato per
la perdita del figlio ha continuato a mentire alla moglie, quella di
tutte quele donne che fingono di non sapere che i mariti sono usciti
alla ricerca di piacere sessuali, quella del danzatore che a causa
della sua malattia mentale fu allontanato da tutti, la sofferenza di
tutti quei figli e quelle figlie che accettano un matrimonio
combinato e continuano ad amare in segreto qualcuno che forse non
rivedranno mai più.
Ma si sa, l'India è anche orrore e
sofferenza, fame, malattie, malavita, prostituzione, e grandi
ingiustizie sociali. Ma l'India tutto cio' non lo nasconde, te lo
grida in faccia in un orgia sensoriale proprio come quella dei suoi
colori, odori, dei suoi suoni e delle sue divinità.
Ma questo già lo avevo sperimentato...
Ed ecco che la mia amarezza si rivela per quelle situazioni o per
quelle persone che avrebbero dovuto essere amiche e invece quando non
gli eri piu' utile, ti han presto dimenticato. Persone che un giorno
ti chiamavano fratello e poco dopo quando veniva nel tuo stesso
paese, per un lavoro che tu gli avevi procurato, nemmeno ti
salutavano.
Forse tutto cio' diventerà un racconto
– proprio in questi giorni sono in trattativa con alcune case
editrici – e allora vi racconterò anche di quelli che in
Italia, approffittando della mia lontanza, prima mi hanno infamato,
poi si son buttati come avvoltoi sui miei contatti fingendosi eredi
di chissà quali lasciti...ma quella è un altra storia e in realtà
i personaggi sono di ben poco spessore.
Torniamo a questi giorni, giorni in cui
sentivo l'India lontana. Poi mi son ritrovato a camminare per le
stradine di un suq tunisino e immediatamente ho rivissuto emozioni
indiane, come quelle provate durante il soggiorno ad Ahmedabad o
quando passeggiavo nel mio quartiere di Pune, dove la maggioranza era
mussulmana.
Qualcosa incominciava a sciogliersi....
Appena ritornato dalla magnifica Tunisia ho saputo che Antonella
Usai, danzatrice e artista intelligente e sensibile avrebbe ospitato
a collegno una giovane coppia di danzatori indiani: Vijna Vasudevan e Renjit Babu.
Sabato ho assistito al loro spettacolo
e oggi ho seguito gli insegnamenti di yoga di Renjit.
E' stata un' esperienza magnifica, loro
sono magnifici. Non è una questione di tecnica ( e ce n'è tanta sia
nella loro danza, sia nel lavoro yogico), ma una questione di
purezza interiore. Uno stato che si riflette nel loro lavoro e
nell'insegnamento. Due gran belle persone!!
Ed è stato allora durante una
meditazione, che lacrime impetuose come la Ganga han sciolto tutte le
impurità facendo riafiorare i loti indiani. Espressioni di puezza di
cui quella madre è genertarice.
Perchè l'India è pur sempre la patria
di grandi maestri come Ramana Maharishi, Amma, Yogananda, Mere e
Aurobindo e luoghi ricchi e potenti come Arunachala, Benares e
Haridwar
Ed è solo una piccolissima goccia di
un oceano immenso ed eterno, che seppur avolto dalle ombre nere del
kaliyuga si appresta ad essere salvato da Kalkin.
E' proprio vero che per amarti si deve
seguire l'insegmanento di Osho.
"Smetti di cercare un significato.
Solo così ti avvicinerai al vero significato."
Con Amore e Gratitudine, alla Grande
Madre.
Per saperne di più si Vijna e Renjit: https://www.facebook.com/eambalam
Per essere sempre informati sugli eventi, gli insgnemanti e le creazioni artistiche di Antonella Usai: