Incontri con Mère (3)
Dunque ...Libertà, Spiritualità e VERITA'...giusto per non accontentarsi di quisquiliebisbigli e pillizzacchere...
"Essere
liberi da ogni attaccamento non vuol dire fuggire le occasioni di
attaccamento. Tutti quelli che proclamano il loro ascetismo, non solo
sono in fuga, ma avvertono gli altri che non c'è neanche da provarci!
Se
uno ha bisogno di fuggire qualcosa per non sentirne l'attrazione, vuol
dire che non l'ha ancora superato, che si trova ancora a quel livello
lì" [Mère, AGENDA, 16 sett 1964]
La libertà bisogna provarla in una TOTALITA' DI VITA E DI SENSAZIONI.....
L'era
delle religioni è finita, adesso è il tempo della spiritualità
universale (universale nel senso che contiene tutto e che si adatta a
tutto). Siamo entrati nell'era della spiritualità universale,
dell'esperienza spirituale nella sua primigenia purezza.
Quando
la VERITA' si manifesta, la vibrazione di menzogna scompare....come se
non fosse mai esistita, davanti alla vibrazione di verità che la
sostituisce. E' questa la base reale della teoria dell'illusione.
La
vibrazione di verità annulla letteralmente la vibrazione di menzogna, la
quale non esiste. Esisteva solo illusoriamente per la FALSA COSCIENZA
che abbiamo noi.
E' la percezione del mondo a essere illusoria. Il
mondo ha un'esistenza concreta, reale, in quella che si può chiamare
coscienza dell'eterno. [12 nov 1964]
Elena Tagliati
lunedì 21 ottobre 2013
sabato 21 settembre 2013
AYURVEDIC PANCHAKARMA - Diario di un'esperienza
Cominciai a conoscere il Kerala nel 2002, vacanza di esplorazione, curiosita', magia per essere la prima volta in India. Sperimentai qualche trattamento ayurvedico nelle vecchie cliniche dove il medico esegui personalmente i trattamenti..rimasi affascinata da queste pratiche antichissime, dai massaggi sul terreno battuto della clinica, su stuoia di paglia, dalle svedana in legno, dal mistico sirodhara. Mi riproposi di tornare prima o poi per sottopormi al "Panchakarma", alla serie di terapie di detossificazione totale e riequilibrio del corpo - dei corpi. Ora, undici anni dopo, atterro a Trivandrum dopo molti altri viaggi in India, per adempiere a quella specie di promessa fatta. Ho deciso di dedicare 21 giorni per fare un panchakarma completo, in tutta calma, rispettando i ritmi e l'ordine delle terapie.
Appena fuori dall'aeroporto
vengo invasa dal calore accogliente, dalla luce e da quel tripudio di colori e vegetazione che e' il Kerala in questa stagione di fine
monsoni. Sorrido e mi viene in mente Mère, credo di sentire ora quel
che intendesse lei con la "Cosa" ...
La clinica che ho scelto -
il Dr Franklin's Panchakarma Institute - non e' lontano, una ventina di km e
siamo arrivati. Sorridenti mi accolgono spiegandomi orari e modalita'
delle visite prossime e... mi offrono un rilassante massaggio -
graditissimo dopo 13 ore di viaggio!!
Il giorno seguente ho la prima visita medica - in cui vengono stabiliti i trattamenti dei primi 5 giorni, quelli di preparazione a virechana. Si tratta di un periodo di purificazione totale, mi viene somministrato al mattino a digiuno una quantita' di ghee crescente, pranzo e cena sono molto frugali, sono concessi solo rice soup e verdure bollite, oppure plain rice e un mild veg curry. Devo bere soltanto ginger water, calda. Dormo molto in questi giorni, sia per la stanchezza accumulata durante l'anno, sia per l'effetto del ghee che circola e ripulisce dalle tossine.
Ricevo tutti i
giorni abhyanga, udvartanam localizzato e elakizhi,ecc..Ogni
mattino c'e' il rito del controllo medico, in cui viene stabilito
quanto ghee mi si debba somministrare e si controlla l'andamento della
terapia.
La mia terapista per i massaggi e' una donna dalla mano presente, esperta, e' sempre attenta ai dettagli - ha l'occhio vigile ed e' sempre sorridente. Tutti gli altri trattamenti vengono eseguiti a 4 mani da altre due operatrici, in totale sono tre per ciscuna persona.
Il sesto giorno virechana, dopo il quale viene deciso il
programma vero e proprio del mio panchakarma. Si introducono le
medicine, da prendere prima o dopo i pasti. Si variano i trattamenti.
Si
inizia con l'aggiunta di nasya ai trattamenti che gia' ricevevo, poi
gradualmente pizzichilly, sirobasti, sirodhara, snehavasti, ...
Riposo
molto, osservo i cambiamenti che avvengono, come si modifica il corpo
(i corpi) dalla combinazione delle medicine ayurvediche con i
trattamenti, molto potenti. Il tutto aiutato da salutari e eccellenti
sessioni di yoga mattutine, che aiutano il fisico nel suo processo.
Nasya e' potentissimo, apre la mente, passo da uno stato di sonnolenza continua dei giorni di pre-virechana ad avere la mente limpida, attenta, sveglia - riduco le ore di sonno per leggere o meditare...Pizzichilli e' una scoperta: essere bagnati con olio caldo, che cola ritmicamente in sequenze precise sul corpo produce un benessere diffuso, riposante, totale. Seguito poi da sirodhara - e' una vera e propria immersione nella profondita' dell'essere.
E poi sirobasti, karna poorana, tarpanam....ogni trattamento
un'apertura verso un'altra dimensione ....sperimento tutto con gioia, e con
gratitudine sia la fortuna di poter ricevere i benefici di quest'antica
tradizione, sia l'impegno dei terapeuti e dei medici, che dedicano molte attenzioni a chi si sottopone al panchakarma. Alla fine
della seconda settimana comincia la serie dei basti interni, alternati
snehabasti e kasayhabasti, fino al penultimo giorno.
Comincio a
vedere i benefici nel corpo, a sentire i cambiamenti - e spesso non e'
stato così leggero, richiedo molto riposo e meditazione su quello che
accade all'interno. Aiuta molto il processo la lezione di yoga
mattutina, per cui mi alzo volentieri presto per il beneficio immediato
che ricevo per tutta la giornata e che accompagna lo scandirsi dei
trattamenti.
I pasti sono naturali e, ad eccezione della prima settimana in cui il regime e' severo, si puo' scegliere abbastanza liberamente dal menu - il camieriere sara' pronto a dissuadere qualsiasi piatto che non sia consigliato per la dieta personale, su avviso del medico. Abbondano i frutti freschi e i succhi di frutta o verdura frullata al momento, e poi i tipici piatti keralesi sia per colazione che per pranzo e cena: appam, puttu, idli, dosa, uppamavu, curry e thoran...il tutto sempre e rigorosamente vegetariano. Unica eccezione a una dieta vegana completa sono il latte e il ghee che compaiono solo in alcuni piatti o zuppe.
Le
giornate si scandiscono ai ritmi dei trattamenti, nelle poche ore libere
mi avventuro in brevi passeggiate fino alla spiaggia o al tempietto di
shiva poco lontano, anch'esso vicino al mare. Alcuni pazienti
concentrano i trattamenti o li spostano per avere una mezza giornata per
fare qualche gita nei dintorni, Kanyakumari, o Trivandrum o le
backwaters...io questa volta preferisco concentrarmi sul panchakarma, su
quello che mi sta capitando dentro piuttosto che muovermi e
visitare...un'altra volta...
Osservare il riverbero delle sensazioni e dei cambiamenti che si verificano richiede calma, pazienza, attenzione...ho bisogno che il corpo si adegui tranquillo ai ritmi dei trattamenti per massimizzarne gli effetti, che già percepisco in parte.
E poi lo studio delle terapie in programma per me, delle erbe che mi somministrano, dei cibi che vengono concessi o eliminati, o diminuiti...diventa un po' un sfida, ma anche un invito a sperimentarsi in un'altra visione del nostro modo di vivere - che è poi quello che ci insegna l'ayurveda.
Osservare il riverbero delle sensazioni e dei cambiamenti che si verificano richiede calma, pazienza, attenzione...ho bisogno che il corpo si adegui tranquillo ai ritmi dei trattamenti per massimizzarne gli effetti, che già percepisco in parte.
E poi lo studio delle terapie in programma per me, delle erbe che mi somministrano, dei cibi che vengono concessi o eliminati, o diminuiti...diventa un po' un sfida, ma anche un invito a sperimentarsi in un'altra visione del nostro modo di vivere - che è poi quello che ci insegna l'ayurveda.
Elena Tagliati
**********************
Glossario
* virechana = purga (si somministrano erbe medicate, in acqua calda)
* udvartanam = massaggio/sfregamento con delle polveri medicate per favorire la circolazione, dove c'è un eccesso di tessuto adiposo.
* elakizhi = boli (generalemente di erbe) imbevuti nell'olio caldo che vengono tamponati su tutto il corpo.
* sirobasti = applicazione di abbondante olio medicato sulla testa, tenuto per un certo tempo grazie a una cono-contenitore incollato alla testa
* sirodhara = flusso delicato e continuo di olio sulla fronte
* pizzichilli = bagno di olio caldo (4 litri) che viene colato abbondantemente sulla persona e massaggiato in modo ritmico e sincrono da due operatrici
* snehavasti, kashayavasti = basti medicati interni
* karna pooranam = fumigazione alle orecchie con erbe medicate
* tarpanam = trattamento agli occhi con ghee medicato
* nasya = trattamento alle narici (viene colato olio o ghee medicato in una narice e poi nell'altra. preceduto da svedana e massaggio dell'area)
martedì 16 luglio 2013
Consigli per una lettura ayurvedica: "Benessere Totale"
Molto spesso incontriamo persone che non sapendo nulla o
quasi dell’ Ayurveda, ci chiedono un consiglio per una lettura che possa
avvicinarle alla “Conoscenza della Lunga Vita”.
L’Ayurveda è un potente strumento di cambiamento, per
risvegliare la consapevolezza e farci ricordare che noi non siamo separati dal
Tutto. Proprio da questa separazione si creano gli squilibri e poi le malattie.
Quasi mai siamo consapevoli della potenza risanatrice insita in noi. E questo
testo ci suggerisce una via per aumentare la nostra consapevolezza anche
attraverso meditazione, stile di vita, trattamenti e alimentazione.
Una ricerca dell’ Armonia di Corpo, Mente e Spirito per raggiungere il Benessere Totale.
Senza esitare consigliamo loro “Benessere Totale” di Deepak
Chopra. Un best seller giunto in Italia alla XIV edizione e tradotto in
moltissime lingue.
immagine tratta da: http://www.macrolibrarsi.it/libri/__benessere_totale_1.php
Per molti anni abbiamo sentito medici e operatori ayurvedici
demonizzare l’autore definendolo “troppo commerciale”. In effetti Chopra è
riuscito a creare un impero fondato sulla sua visione dell’Ayurveda, semplice
ma allo stesso tempo profonda e pregna di quella conoscenza-consapevolezza che
oggi ritroviamo nei testi divulgativi di fisica quantistica. Un delitto?
Sicuramente piu’ un merito che smuove invidie di chi non è riuscito ad avere
neanche un centesimo del suo successo (e della sua consapevolezza!!!)
L’autore definito dal Time Magazine poeta-profeta della
medicina alternativa è riuscito a rendere semplice una conoscenza complessa
senza perderne la profondità, anzi esaltandola attraverso modalità che
raggiungono il “grande pubblico” (come piace molto definirlo a quegli
accademici che si considerano una minoranza eletta.)
E in effetti, cosa serve l’Ayurveda se resta un sapere
intellettuale senza entrare a far parte della nostra quotidianità? Cosa serve parlare di Ayurveda se non l’abbiamo mai sperimentata?
Una ricerca dell’ Armonia di Corpo, Mente e Spirito per raggiungere il Benessere Totale.
Un testo importante per avvicinarsi all’Ayurveda. Un modo
per conoscere il prezioso lavoro del Dr. Chopra. Un occasione per ampliare la
propria consapevolezza... anche quando non è si piu’ consapevoli... di essere
consapevoli!!!
Alex nd Krish
domenica 19 maggio 2013
Incontri con Mère (2)
Mi hanno prestato un nuovo libro su Mère,
una raccolta di foto – intensi gli sguardi e la forza che emana ogni suo
lineamento: è stato come se fosse venuta a farmi visita, sorridente. Potente.
E’ buffo perché in qualche pagina della
sua Agenda lei ammonisce da coloro che prendono frasi qua e là dal suo lavoro,
o da quello di Sri Aurobindo, e le usano per dimostrare questa o quella cosa, a
loro piacimento. Dunque ribadico che il mio intento NON è dimostrare cosa
alcuna, vorrei solo offrire piccoli spunti che possano incoraggiare ad
approfondire, ...o più semplicemente, mi piace condividere la gioia e la forza
che vibrano dalle sue parole.
Aforisma 73 – Quando viene la Saggezza,
questa è la sua prima lezione: “Non esiste conoscenza; ma soltanto lampi
dell’infinita Divinità”
Aforisma 74 – Altra cosa è la conoscenza
pratica, reale e utile, ma mai completa. Perciò trarne un sistema e un codice è
necessario, ma fatale.
...si tratta sempre della stessa cosa. E’
sempre lo stesso: realizzare il proprio essere, entrare in rapporto cosciente
con la Verità suprema del proprio essere, sotto QUALSIASI forma, per QUALSIASI
strada – non importa assolutamente quale. Si tratta solo di un mezzo.
Ognuno porta con sè una verità, ed è a questa verità che ci dobbiamo unire,
è questa verità che dobbiamo vivere: e così la
strada che ciascun individuo deve seguire per raggiungere e realizzare questa
verità è la strada che lo condurrà il PIU’ VICINO POSSIBILE alla Conoscenza. Le due cose – cioé la Realizzazione
personale e Conoscenza – sono la stessissima cosa.
E Tutto è lo stesso Essere: non si tratta
di individui diversi, di personalità diverse – tutto è uno stesso Essere. Ma
tutto è uno stesso Essere che si esprime in determinati modi: modi che per noi
si traducono in gruppi, in collettività”.
Mère chiarisce poi una sua frase: “se la
Materia fosse cambiabile, è da un pezzo che sarebbe cambiata”, che a prima
vista sembrava escludere qualsiasi speranza di trasformazione. ...
”Non c’è niente da cambiare! Sono solo i
rapporti fra le cose che cambiano...vedi
tutto è composto di un solo e medesimo elemento, tutto dipende dalle
INTERRELAZIONI. Beh, per la trasformazione è esattamente lo stesso...
I concetti di “soggettivo” e “oggettivo
appartengono ANCORA al vecchio mondo tridimensionale, al massimo ammettono una
quarta dimensione..E’ un solo e identico
Potere che cambia l’interrelazione all’interno di un solo e unico elemento
– o, per dirla più semplicemente, è
sempre uno stesso Potere a permettere SIA l’esperienza soggettiva CHE la
realizzazione oggettiva. Anzi, potremmo dire che è solo questione di una
maggiore o minore globalità di esperienza.
Il concetto di “soggettivo” e “oggettivo” appartiene ancora al mondo
dell’illusione.
Quello che fa la differenza è il potere.
Più il potere è grande, più l’esperienza è estesa. La vastità del potere
dipende solo dal suo punto di emissione. Se il suo punto di emissione è
l’Origine, il potere sarà..diciamo universale...”
[Agenda, vol II, 1962]
Elena Tagliati
domenica 28 aprile 2013
Incontri con Mère
Amo ascoltare la calda voce di Mère che
sussurra tra le parole dei suoi innumerevoli scritti e li rende vivi – carichi
come sono di vibrazioni di altre dimensioni...
Riporto alcune sue frasi, con l’augurio
che possano ispirare, accendere delle piccole luci per chi è alla ricerca,
aiutare a concedersi qualche istante di riflessione meditativa, solitaria.
“…per raggiugere la Verità bisogna compiere una sintesi che superi tutte le nozioni
mentali e ci faccia emergere in qualcosa che trascende il pensiero..
Ma “gli uomini sono così pazzi da riuscire
a ridurre qualsiasi cosa a una religione, tanto hanno bisogno di inquadrare
rigidamente la loro mente ristretta e il loro agire limitato. Si sentono sicuri
solo quando possono affermare: “questo è
vero, questo non lo è”; ma un’affermazione del genere non può assolutamente
farla chi abbia letto e compreso quel che Sri Aurobindo ha scritto. La
religione e lo yoga non si situano sul medesimo piano dell’essere, la vita
spirituale può esistere nella sua purezza solo quando è affrancata da qualsiasi
dogma mentale”.
[La Mère, Agenda, vol II, 1961]
Cosa sarà mai questa Verità che alcuni
hanno in tasca, di cui altri proclamano il Trionfo astratto, nel nome della quale si combatte in ogni momento?...Come la si ricerca?
E ancora:
“Impossibile fare tentativi, cercare,
sforzarsi: queste sono attività INTELLETTUALI. Bisogna diventare, essere, vivere.”
DIVENTARE – ESSERE – VIVERE
E credo questo lo si possa riferire bene a
molte discipline, quali lo yoga, l’ayurveda, arti marziali varie... di cui
tutti al giorno d’oggi parlano, seminarizzano, teorizzano, ...ecco: diventare,
essere, vivere. Quasi un mantra.
Om shanti om.
Elena Tagliati
martedì 5 marzo 2013
E' uscito l'ultimo libro del Dr. Iannaccone
In
occasione dell'uscita dell'ultimo testo del Dr. Iannaccone, vi linkiamo l'articolo
apparso su La Stampa e il nostro vecchio post sulle sue opere... Buona
lettura!!!
Dal cuore dell'Ayurveda, la via della salute
Fonte:
La Stampa.it
Articolo
di Stefania Del Principe e Luigi Mondo
Grazie ai grandi maestri dell’antichità come
Caraka, Susrùta e Vagbhata, l’umanità ha a disposizione tutta la competenza e
saggezza medica che gli occorre per ritrovare il benessere.
Ayurveda:
più che una scienza, una filosofia, una logica, una “religione”… L’ayurveda o
“conoscenza” della vita non può essere paragonata a una mera scienza medica
perché ingloba dentro sé tutta l’essenza della vita e della crescita di un
individuo.
A permetterci una full immersion in questo meraviglioso sapere dove tutto è esplicito e palese è il medico specializzato in medicina preventiva, Ernesto Iannaccone.
Nel suo ultimo volume “Il cuore dell’Ayurveda”, edito da Laksmi Editore, ha riportato la traduzione delle parti più salienti dei classici dell’ayurveda: Charaka-Samhita, Sùsruta Samhita e L’Astanga Hrdaya suddivise in sedici “lezioni”.
Testi, questi, in cui trapela il profumo di una scienza in cui tutto semplicemente “è”. Non ci sono suddivisioni tra le varie discipline mediche, tra le varie parti del corpo, tra gli esseri umani e l’intero Creato. Ecco che da semplice materia scientifica, l’ayurveda si trasforma in una vera e propria filosofia di vita che crea connessioni con tutte le arti.
Il medico non è quindi colui che “studia” la malattia di una persona considerandola nient’altro che un numero a livello statistico, ma colui che scava a fondo di ogni individuo alla ricerca della sua sofferenza più profonda.
Secondo l’ayurveda, infatti, la malattia non è altro che l’espressione di un’afflizione – duhkha ormai radicata da tempo. Il vero guaritore perciò è chi, con estrema umiltà, si avvicina al malato alla ricerca di ciò che nel «fisico assume la forma di malattia e nell’anima quella di frustrazione e infelicità», scrive Iannaccone.
Ecco che il medico “perfetto” si veste si spiritualità, conoscenza e amore. Attributi essenziali per guarire una persona. Non a caso nella Charaka Samhita si legge: «Il conoscitore della realtà che non penetri all’interno del malato con la luce della propria conoscenza e intelligenza non può curarne le malattie».
E’ dunque opportuno considerare nella prevenzione delle malattie il proprio stile di vita. Non soltanto a livello di alimentazione a attività fisica, ma anche di amore e rispetto verso tutto e tutti.
Ogni dissidio che abbiamo con le persone che ci stanno vicino non fa altro che alimentare il conflitto interiore che, come il fuoco, divampa e arde tutto se non abbiamo la volontà e l’umiltà per comprendere a accettare le differenze e le situazioni inaspettate della vita.
Una vita intesa più come lezione di crescita che non come dono o punizione – a seconda dei punti di vista.
Seguire l’ayurveda, quindi, non significa sostituire farmaci chimici con fitoterapici, ma vivere una cultura di “insieme”, di totalità, al fine di vivere in armonia con l’intero Universo. Non bisogna pertanto seguire l’ayurveda, praticare l’ayurveda, ma “essere” l’ayurveda.
Tra i temi trattati nel volume di Iannaccone, si evidenziano, infatti, concetti quasi sconosciuti alla medicina occidentale, come le leggi naturali, il libero arbitrio e il destino, la via spirituale che conduce alla liberazione, l’analisi dei segni e dei sogni eccetera.
Secondo gli antichi testi il feto, ancora nel grembo materno, “desidera” ciò che sognava già nelle vite precedenti. Sarà poi la nascita a farlo cadere nell’oblio. Questi desideri, tuttavia, rimarranno memorizzati inconsciamente in ognuno di noi. E’ l’attaccamento o la non realizzazione di tali desideri che può portare a Duhkha e, di conseguenza, alla malattia.
Ecco perché il medico ayurvedico ha bisogno di dedicare molto tempo nel curare una persona. Un esame del polso e un colloquio veloce non sono sufficienti ad aiutare alcuno.
Gli ingredienti essenziali, consigliati da millenni sono: conoscenza, osservazione, amore e tutto il tempo che si ritiene necessario.
Standardizzare il tempo o le cure non fa parte di questa magnifica arte. Arte per la quale è doveroso non perdere la tradizione adattandola a una presunta modernità non sempre benefica.
Per tale motivo, l’intervento di medici e traduttori come Ernesto Iannaccone, è e sarà sempre fondamentale per la salute e la crescita spirituale di chi ha una visione più ampia della vita.
Il libro citato nell’articolo
“IL CUORE DELL’ĀYURVEDA - Antologia di lezioni dai testi classici dell’āyurveda” di Ernesto Iannacone - Laksmi Edizioni - pagine 376 - Prezzo di copertina: € 30.00
Il cuore dell’āyurveda è un’antologia di brani tratti dai grandi classici dell’āyurveda antico. Le tematiche proposte spaziano dalla medicina alla filosofia, dall’ecologia all’amore, dall’analisi dei sogni alla logica. Ma ciò che vi si trova è soprattutto una descrizione dell’arte del buon vivere, intesa come capacità di realizzare una compenetrazione intima e profonda tra la propria anima individuale e l’anima dell’universo. Gli insegnamenti dell’āyurveda rivestono un carattere essenzialmente pratico, ma di una praticità che affonda le proprie radici in una saggezza chiara e luminosa, frutto della meditazione condotta da grandi maestri dell’antichità quali Caraka, Suśruta e Vāgbhaṭa. La lettura del libro gioverà a chi si avvicina all’āyurveda per motivi di studio o professionali ma anche a chi, viaggiatore nel tempo, vuol posare il proprio sguardo su di un mondo diverso ed affascinante per confrontarsi con una visione dell’uomo e della vita ardita ma portatrice dei doni preziosi della salute e della realizzazione interiore.
A permetterci una full immersion in questo meraviglioso sapere dove tutto è esplicito e palese è il medico specializzato in medicina preventiva, Ernesto Iannaccone.
Nel suo ultimo volume “Il cuore dell’Ayurveda”, edito da Laksmi Editore, ha riportato la traduzione delle parti più salienti dei classici dell’ayurveda: Charaka-Samhita, Sùsruta Samhita e L’Astanga Hrdaya suddivise in sedici “lezioni”.
Testi, questi, in cui trapela il profumo di una scienza in cui tutto semplicemente “è”. Non ci sono suddivisioni tra le varie discipline mediche, tra le varie parti del corpo, tra gli esseri umani e l’intero Creato. Ecco che da semplice materia scientifica, l’ayurveda si trasforma in una vera e propria filosofia di vita che crea connessioni con tutte le arti.
Il medico non è quindi colui che “studia” la malattia di una persona considerandola nient’altro che un numero a livello statistico, ma colui che scava a fondo di ogni individuo alla ricerca della sua sofferenza più profonda.
Secondo l’ayurveda, infatti, la malattia non è altro che l’espressione di un’afflizione – duhkha ormai radicata da tempo. Il vero guaritore perciò è chi, con estrema umiltà, si avvicina al malato alla ricerca di ciò che nel «fisico assume la forma di malattia e nell’anima quella di frustrazione e infelicità», scrive Iannaccone.
Ecco che il medico “perfetto” si veste si spiritualità, conoscenza e amore. Attributi essenziali per guarire una persona. Non a caso nella Charaka Samhita si legge: «Il conoscitore della realtà che non penetri all’interno del malato con la luce della propria conoscenza e intelligenza non può curarne le malattie».
E’ dunque opportuno considerare nella prevenzione delle malattie il proprio stile di vita. Non soltanto a livello di alimentazione a attività fisica, ma anche di amore e rispetto verso tutto e tutti.
Ogni dissidio che abbiamo con le persone che ci stanno vicino non fa altro che alimentare il conflitto interiore che, come il fuoco, divampa e arde tutto se non abbiamo la volontà e l’umiltà per comprendere a accettare le differenze e le situazioni inaspettate della vita.
Una vita intesa più come lezione di crescita che non come dono o punizione – a seconda dei punti di vista.
Seguire l’ayurveda, quindi, non significa sostituire farmaci chimici con fitoterapici, ma vivere una cultura di “insieme”, di totalità, al fine di vivere in armonia con l’intero Universo. Non bisogna pertanto seguire l’ayurveda, praticare l’ayurveda, ma “essere” l’ayurveda.
Tra i temi trattati nel volume di Iannaccone, si evidenziano, infatti, concetti quasi sconosciuti alla medicina occidentale, come le leggi naturali, il libero arbitrio e il destino, la via spirituale che conduce alla liberazione, l’analisi dei segni e dei sogni eccetera.
Secondo gli antichi testi il feto, ancora nel grembo materno, “desidera” ciò che sognava già nelle vite precedenti. Sarà poi la nascita a farlo cadere nell’oblio. Questi desideri, tuttavia, rimarranno memorizzati inconsciamente in ognuno di noi. E’ l’attaccamento o la non realizzazione di tali desideri che può portare a Duhkha e, di conseguenza, alla malattia.
Ecco perché il medico ayurvedico ha bisogno di dedicare molto tempo nel curare una persona. Un esame del polso e un colloquio veloce non sono sufficienti ad aiutare alcuno.
Gli ingredienti essenziali, consigliati da millenni sono: conoscenza, osservazione, amore e tutto il tempo che si ritiene necessario.
Standardizzare il tempo o le cure non fa parte di questa magnifica arte. Arte per la quale è doveroso non perdere la tradizione adattandola a una presunta modernità non sempre benefica.
Per tale motivo, l’intervento di medici e traduttori come Ernesto Iannaccone, è e sarà sempre fondamentale per la salute e la crescita spirituale di chi ha una visione più ampia della vita.
Il libro citato nell’articolo
“IL CUORE DELL’ĀYURVEDA - Antologia di lezioni dai testi classici dell’āyurveda” di Ernesto Iannacone - Laksmi Edizioni - pagine 376 - Prezzo di copertina: € 30.00
Il cuore dell’āyurveda è un’antologia di brani tratti dai grandi classici dell’āyurveda antico. Le tematiche proposte spaziano dalla medicina alla filosofia, dall’ecologia all’amore, dall’analisi dei sogni alla logica. Ma ciò che vi si trova è soprattutto una descrizione dell’arte del buon vivere, intesa come capacità di realizzare una compenetrazione intima e profonda tra la propria anima individuale e l’anima dell’universo. Gli insegnamenti dell’āyurveda rivestono un carattere essenzialmente pratico, ma di una praticità che affonda le proprie radici in una saggezza chiara e luminosa, frutto della meditazione condotta da grandi maestri dell’antichità quali Caraka, Suśruta e Vāgbhaṭa. La lettura del libro gioverà a chi si avvicina all’āyurveda per motivi di studio o professionali ma anche a chi, viaggiatore nel tempo, vuol posare il proprio sguardo su di un mondo diverso ed affascinante per confrontarsi con una visione dell’uomo e della vita ardita ma portatrice dei doni preziosi della salute e della realizzazione interiore.
giovedì 28 febbraio 2013
L'insostenibilità della "Shining" India
Siamo di ritorno da un incontro intitolato “L’insostenibilità socio-economica della “Shining”
India” organizzato dal Centro Studi Sereno Regis in collaborazione Gruppo
Assefa Torino e Iris.
Piu’ di quattro ore dedicate alla visione di tre
documentari ed alcune – ahinoi – amare riflessioni sui conflitti
socio-ambientali in India. Amare, mai quanto la realtà, che attraverso le
immagini possiamo solo… immaginare
Si comincia con un documentario intitolato “Non cederemo né ora né mai” dell’italiano
Danilo Licciardello, che tratta dell’esproprio delle terre da parte delle
multinazionali. Siamo nel Bengala occidentale, area di Sindur e a soffrire sono
le comunità contadine che vengono cacciate (30000 persone!) su proposito del
governo per creare una nuova industrializzazione, su spinta della coalizione italo-indiana
FIAT-TATA motors.
Segue lo spagnolo “Yindabad” di Roi Gurian e Mariano Agudo e ci immergiamo nelle
acque sempre piu’ distruttive del fiume Narmada. Distruttive a causa di un gran
numero di dighe, la cui costruzione interferisce con la vita – talvolta la
sopravvivenza – di numerose popolazioni rurali e indigene.
Storie di soprusi, violenze, distruzione della vita
e dell’ambiente in nome del piu’ bieco profitto. Storie che dobbiamo conoscere
per uscire dall’ignoranza. Storie da raccontare e da divulgare.
Ma in fondo lo sappiamo…le multinazionali sono
brutte e cattive e cosa possiamo fare per i poveri contadini indiani?
Possiamo fare e tanto. Poiché tutto è interconnesso
e non possiamo essere complici silenziosi di questi tristi scenari… Vi siete
mai chiesti cosa fanno con la bauxite? Forse l’alluminio… E con l’alluminio?
Forse le lattine….E con cosa le riempono? Magari con la Coca Cola…Fatta con l’acqua…Magari
quella che certe persone non hanno piu’…E che altre invece vanno a comprare….Magari
nelle bottiglie di plastica….Raggiungendo un ipermercato a bordo di un mezzo
TATA o FIAT.... che non si muove certo ad acqua!!!
Il 22 marzo al Centro Studi Sereno Regis (www.serenoregis.org) si terrà
un dibattito ed un approfondimento sul tema…intanto possiamo approfondire
gli argomenti consultando l’ interessante lavoro che ritroverete sul sito www.indiaincrociodisguardi.it
sabato 23 febbraio 2013
Che cos'è la verità?
Quest’anno,
Cinzia Picchioni durante le sue lezioni di yoga, legge dei brani tratti da “La
vita autentica” di Vito Mancuso. Me lo raccontava ieri, durante una della
nostre chiacchierate, quelle chiacchierate che amo, che mi nutrono e che mi
fanno idealizzare il rapporto allievo- maestro come ai tempi delle Upanisad.
Conoscevo
(e conosco) poco, quasi niente dell’opera di Vito Mancuso, teologo, docente
universitario e dal 2009 editorialista de La Repubblica; ma dagli occhi di
Cinzia trasparivano quelle scintille solite ad indicare qualche cosa di
"autentico".
E
così cercando in rete, fra le tantissime cose, mi sono imbattuto in questo
video intitolato “Che cos’è la verità?”
Domanda
che chi pratica o cerca di vivere nello Yoga dovrebbe porsi spesso (magari un
po’ meno chi lo Yoga lo fa..). Nella filosofia degli Yogasutra di Patanajali,
la verità (sathya) fa parte degli yama, il primo degli otto “anga” dello Yoga
tradizionale (Asthanga).
Ma
spesso, mi sono domandato come è possibile dire la verità, se poi si commette una
violenza, himsa (ahimsa è uno degli altri yama). E proprio la Picchioni, un giorno mi
disse che in fondo satya veniva dopo ahimsa, e probabilmente se ne doveva tenere
conto… ahimsa-satyasteya-brahmacaryaparigraha-yamah
(Y.S.2,30)
Poi
studiando il jainismo - che come principali voti, parla proprio degli stessi
yama – sono entrato in contatto con la dottrina dell’anekantavada ovvero dei
molteplici punti di vista. Ma, mi domandavo come poter guardare la verità, che
dovrebbe essere un valore assoluto, da diversi punti di vista…
E
questa mattina nel video di Mancuso ho trovato delle risposte, o piu' esattamente una
strada... per comprenderle meglio.
Guardate
il video e con la consapevolezza del detto gandhiano, auguriamoci che la verità
trionfi sempre! Quella verità che si muove, autentica come la vita!
Satyameva
Jayate.
(Krish)
mercoledì 6 febbraio 2013
Intolleranze alimentari: il pusto di vista ayurvedico
Fonte: LaStampa.it - sezione Benessere, articolo di Stefania Del Principe e Luigi Mondo http://www.lastampa.it/2013/02/04/scienza/benessere/medicina-naturale/intolleranze-alimentari-il-punto-di-vista-ayurvedico-xSoKxLOo1mieyCxarFR1GL/pagina.html
Le intolleranze alimentari
sono un problema sempre più diffuso: se ne parla questa sera, 4 febbraio, a
Torino
Questa sera, lunedì 4
febbraio, il medico ayurvedico Dr. Navanish Prasad sarà a Torino per far luce su
un problema sempre più diffuso: le intolleranze alimentari. Nell’attesa, noi ne
abbiamo parlato con alcuni esperti
Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di
intolleranze alimentari. Se inizialmente venivano menzionate solo da naturopati
e medici “alternativi”, oggi è possibile eseguire diagnosi anche presso
poliambulatori privati e non.
Quello che si sa sulle intolleranze sembrerebbe ancora molto poco, rispetto a ciò che si dovrebbe sapere. E così la confusione dilaga tra le persone che – in alcuni casi – si vedono costrette a spendere cifre da capogiro per test che, alla fine, sono tutt’altro che attendibili.
Secondo alcune ipotesi le intolleranze alimentari potrebbero causare anche disturbi non direttamente riconducibili all’apparato gastrointestinale. Tra questi citiamo mal di testa, depressione, disturbi oftalmici, dolori all’apparato muscolo scheletrico eccetera.
Secondo altre ipotesi, invece, tutti questi sintomi non possono essere scatenati da una semplice intolleranza.
Ci chiediamo invece noi: può un cibo mal digerito creare a lungo andare tossine diffuse in tutto il corpo e finire per influenzare apparati anche completamente distanti da quello digestivo? Potrebbe essere questa la via di collegamento tra il sostenitore di un’ipotesi e l’altra?
Per far luce su questa scottante tematica, abbiamo deciso di rivolgerci ai diversi esperti di Medicina Ayurvedica che interverranno questa sera in un incontro a tema che si tiene a Torino.
Le intolleranze sono un problema sempre più diffuso e i metodi diagnostici nascono come funghi. Ma è possibile stabilire una vera intolleranza, in cui interviene anche il sistema immunitario da un semplice problema costituzionale a metabolizzare alcuni cibi?
«La medicina ayurvedica non considera le intolleranze allo stesso modo della medicina occidentale – spiega Christian Benvenuti di Swasta Project – E’ da tenere presente che quando un cibo crea problematiche di digestione e/o assorbimento, alla base vi è quasi sempre un problema di pulizia e funzionamento intestinale.
Secondo la medicina ayurvedica, ogni alimento – così come ogni nostra esperienza – deve essere assimilato in maniera da renderla simile a noi, alla nostra natura. Se, invece, non viene metabolizzato correttamente, ovvero, rimane ancora cibo¸ non completamente scisso, digerito e assimilato può dar luogo a quelle che vengono chiamate ama – termine che significa, “non digerito”, non “metabolizzato”. Paragonabile a ciò che in occidente viene definita tossina».
«La metabolizzazione è resa possibile grazie ad Agni, il fuoco digestivo – continua Benvenuti – Questa sua forza trasformatrice ha il potere di rendere affine a noi qualsiasi alimento che, per natura, è per forza diverso. Da Agni dipende tutta la nostra vita. Senza di esso non potremmo vivere, perché sovraintende alla maggior parte delle funzioni organiche. Nonostante esistano diversi tipi di Agni, il più importante, quello centrale è proprio Jathara Agni che sovraintende al sistema digestivo. Ma Agni e Ama sono come due guerrieri sempre in lotta. Le qualità di Ama, infatti, sono opposte ad Agni. Se il primo è freddo e colloso, il secondo è caldo e leggero. Per tale motivo una quantità elevata di Ama può dare molti problemi di digestione (riduzione/spegnimento di Agni). Se queste tossine aumentano ogni giorno i problemi di “intolleranza” a uno o più cibi si espandono ogni giorno entrando in un circolo vizioso da cui è difficile uscirne se non attraverso la depurazione dell’intero organismo».
Quando è presente un’intolleranza la risposta da parte dell’organismo si verifica sempre a livello dell’apparato digestivo?«E’ difficile rispondere a questa domanda perché, come detto poc’anzi, “l’intolleranza” si verifica principalmente da un mal funzionamento di Agni – spiega Alexander Hau Singh Valencia, insegnante di massaggio ayurvedico – Ovviamente se Ama nel nostro organismo sono presenti in gran quantità possono, con il tempo, andare a ostruire i canali di circolazione. Una volta ostruiti i problemi che si possono presentare sono davvero moltissimi. Disturbi che vanno da un semplice gonfiore addominale a problemi muscolo scheletrici, articolari, depressione, ansia, disturbi di concentrazione, emicranie, stanchezza generalizzata o malattie più gravi come alcune forme cancerogene. Un metodo semplice per avere una piccola idea della quantità di tossine nel nostro corpo è quella di controllare – o meglio ancora eliminare - la patina sulla lingua la mattina quando ci si sveglia. La presenza di muco anomalo nelle varie parti del corpo potrebbe essere un segno di Ama eccessive».
Perché sempre più persone sono intolleranti? E’ un problema dell’alimentazione moderna, dello stile di vita o proprio di una “non tolleranza” verso la vita?«Come è stato accennato, l’alimentazione e lo stile di vita sono essenziali nel prevenire le “intolleranze” – aggiunge Benvenuti – Gli alimenti andrebbero scelti in maniera totalmente personalizzata in base alla propria costituzione e cotti in maniera adeguata quando necessario. Allo stesso modo l’utilizzo di spezie appropriate può essere di notevole aiuto per promuovere la digestione. Per il resto il nostro corpo non fa alcuna differenza tra digestione fisica, quindi di un cibo, e digestione mentale, di un’esperienza, di una parola, di una situazione… Se non accettiamo alcune cose che ci capitano, per esempio, è un po’ come se non digerissimo. Come vengono create le tossine fisiche, vengono create anche quelle mentali, dando luogo inizialmente a problemi psicologici come ansia, depressione e nervosismo e, successivamente a quelli fisici. Come è necessaria una pulizia a livello fisico, sarà opportuno farne una anche a livello mentale, modificando il nostro modo di porci nei confronti della vita. L’ayurveda prevede molti metodi di disintossicazione, il più completo è una tecnica chiamata Panchakarma (lett. le cinque azioni). Tecnica che generalmente va eseguita sotto controllo medico e che prevede diversi metodi come l’oleazione interna ed esterna, il vomito, clisteri, purghe, pulizia attraverso le vie respiratorie e salassi. A casa propria è invece possibile seguire diete adeguate in base ai problemi riscontrati e alla propria costituzione».
Un individuo vata, per esempio, ha una maggiore predisposizione a soffrire di gonfiore addominale, in particolare se mangia alcuni cibi. Possiamo definirla una sorta di intolleranza?«Gli individui Vata essendo dominati principalmente da due elementi molto leggeri come lo spazio e il vento dovrebbero moderare tutti i cibi che aumentano naturalmente il gonfiore addominale – sottolinea Beatrice Canu, dell’Associazione Kalishiva – Tra questi ricordiamo i cibi lievitati, freddi, i legumi eccetera. Vi sono poi alcuni espedienti, come l’aggiunta di spezie che permettono di digerire meglio anche i cibi meno adatti. L’importante è, ovviamente, che non si ecceda nel consumo».
E’ possibile discernere tra mente e corpo in una diagnosi? O considerare ogni individuo uguale all’altro?«No, è assolutamente imprescindibile – dichiara la dott.ssa Maria Cristina Minniti, medico chirurgo esperto in ayurveda e specializzato in Ematologia – E’ anche difficile suddividere la mente dal corpo. Potremmo dire che esiste un’unica entità definita mente-corpo. Allo stesso modo non si può considerare il corpo a compartimenti stagni e la persona deve essere seguita e curata tenendo presente la sua individualità, le sue esperienze. Conoscere il “filtro” che utilizza per osservare il mondo intorno a lui così come lo stile di vita e le sue predisposizioni».
Come si fa a personalizzare al massimo una diagnosi per evitare ogni possibile errore?«Investigando a fondo e prendendosi tutto il tempo necessario», aggiunge Minniti.
C’è un modo per coniugare i due punti di vista? (orientale e occidentale?)«Il modo esiste senz’altro. Probabilmente basterebbe cercare di non tentare di curare la malattia, ma il malato. Offrendo al paziente non soltanto un modo per risolvere i suoi malanni, ma una possibilità per crescere interiormente. Anche attraverso una semplice “intolleranza”. Tutto ciò va al di là di ogni metodo adoperato e può essere il punto di partenza per creare un connubio tra le due visioni della medicina».
Chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento può partecipare alla conferenza gratuita organizzata da Kalishiva e da Swastha Project che si terrà Lunedì 4 febbraio 2013 presso il centro yoga Shanti Marga (shantimarga.it) di via Assarotti, 9 a Torino alle ore 21,00.
Gli organizzatori dell’eventoKalishiva è un’associazione che si occupa della diffusione dello Yoga e dell’Ayurveda con la quale collaborano professionisti come il Dr. Prasad e la Dr.sa Maria Cristina Minniti, medico chirurgo esperto in ayurveda e specializzato in Ematologia. L’attuale presidente è la fondatrice Beatrice Canu, operatrice ayurvedica e insegnante yoga specializzatasi in India nella clinica del Dr. Prasad.
Per maggiori info: www.kalishiva.it
Swastha Project è il blog creato da Krish - Christian Benvenuti e Alexander Hau Singh Valencia (Già fondatori del centro di Cultura Ayurvedica Abhaya Dana di Torino).
Si tratta di un progetto di divulgazione e raccolta di articoli e segnalazioni sullo Yoga, l’ Ayurveda e la Cultura Indiana. In particolar modo, viene posto l’accento sugli aspetti del mantenimento della salute e della prevenzione.
Gli ideatori del progetto hanno vissuto in India, a Pune, in cui hanno fondato e diretto la PranaVeda Healthcare che si è occupata della creazione di una clinica ayurvedica e altri progetti di formazione.
Per maggiori info: www.swasthaproject.blogspot.com
Dr. Navanish Prasad. Medico Ayurvedico, Direttore del Gokula Ayush Arogyadhama di Bangalore: la Clinica di discipline olistiche dell’MS Ramaiah Medical College.
Il Dr. Prasad è specializzato in Dravya Guna, la farmacologia ayurvedica, grande conoscitore anche delle erbe occidentali.
Nelle sue indicazioni terapeutiche non mancano mai le raccomandazioni dietetiche e le indicazioni per migliorare il proprio stile di vita.
www.gokulaayush.com
[lm&sdp]
Foto: photoxpress.com/Lars Christensen
Quello che si sa sulle intolleranze sembrerebbe ancora molto poco, rispetto a ciò che si dovrebbe sapere. E così la confusione dilaga tra le persone che – in alcuni casi – si vedono costrette a spendere cifre da capogiro per test che, alla fine, sono tutt’altro che attendibili.
Secondo alcune ipotesi le intolleranze alimentari potrebbero causare anche disturbi non direttamente riconducibili all’apparato gastrointestinale. Tra questi citiamo mal di testa, depressione, disturbi oftalmici, dolori all’apparato muscolo scheletrico eccetera.
Secondo altre ipotesi, invece, tutti questi sintomi non possono essere scatenati da una semplice intolleranza.
Ci chiediamo invece noi: può un cibo mal digerito creare a lungo andare tossine diffuse in tutto il corpo e finire per influenzare apparati anche completamente distanti da quello digestivo? Potrebbe essere questa la via di collegamento tra il sostenitore di un’ipotesi e l’altra?
Per far luce su questa scottante tematica, abbiamo deciso di rivolgerci ai diversi esperti di Medicina Ayurvedica che interverranno questa sera in un incontro a tema che si tiene a Torino.
Le intolleranze sono un problema sempre più diffuso e i metodi diagnostici nascono come funghi. Ma è possibile stabilire una vera intolleranza, in cui interviene anche il sistema immunitario da un semplice problema costituzionale a metabolizzare alcuni cibi?
«La medicina ayurvedica non considera le intolleranze allo stesso modo della medicina occidentale – spiega Christian Benvenuti di Swasta Project – E’ da tenere presente che quando un cibo crea problematiche di digestione e/o assorbimento, alla base vi è quasi sempre un problema di pulizia e funzionamento intestinale.
Secondo la medicina ayurvedica, ogni alimento – così come ogni nostra esperienza – deve essere assimilato in maniera da renderla simile a noi, alla nostra natura. Se, invece, non viene metabolizzato correttamente, ovvero, rimane ancora cibo¸ non completamente scisso, digerito e assimilato può dar luogo a quelle che vengono chiamate ama – termine che significa, “non digerito”, non “metabolizzato”. Paragonabile a ciò che in occidente viene definita tossina».
«La metabolizzazione è resa possibile grazie ad Agni, il fuoco digestivo – continua Benvenuti – Questa sua forza trasformatrice ha il potere di rendere affine a noi qualsiasi alimento che, per natura, è per forza diverso. Da Agni dipende tutta la nostra vita. Senza di esso non potremmo vivere, perché sovraintende alla maggior parte delle funzioni organiche. Nonostante esistano diversi tipi di Agni, il più importante, quello centrale è proprio Jathara Agni che sovraintende al sistema digestivo. Ma Agni e Ama sono come due guerrieri sempre in lotta. Le qualità di Ama, infatti, sono opposte ad Agni. Se il primo è freddo e colloso, il secondo è caldo e leggero. Per tale motivo una quantità elevata di Ama può dare molti problemi di digestione (riduzione/spegnimento di Agni). Se queste tossine aumentano ogni giorno i problemi di “intolleranza” a uno o più cibi si espandono ogni giorno entrando in un circolo vizioso da cui è difficile uscirne se non attraverso la depurazione dell’intero organismo».
Quando è presente un’intolleranza la risposta da parte dell’organismo si verifica sempre a livello dell’apparato digestivo?«E’ difficile rispondere a questa domanda perché, come detto poc’anzi, “l’intolleranza” si verifica principalmente da un mal funzionamento di Agni – spiega Alexander Hau Singh Valencia, insegnante di massaggio ayurvedico – Ovviamente se Ama nel nostro organismo sono presenti in gran quantità possono, con il tempo, andare a ostruire i canali di circolazione. Una volta ostruiti i problemi che si possono presentare sono davvero moltissimi. Disturbi che vanno da un semplice gonfiore addominale a problemi muscolo scheletrici, articolari, depressione, ansia, disturbi di concentrazione, emicranie, stanchezza generalizzata o malattie più gravi come alcune forme cancerogene. Un metodo semplice per avere una piccola idea della quantità di tossine nel nostro corpo è quella di controllare – o meglio ancora eliminare - la patina sulla lingua la mattina quando ci si sveglia. La presenza di muco anomalo nelle varie parti del corpo potrebbe essere un segno di Ama eccessive».
Perché sempre più persone sono intolleranti? E’ un problema dell’alimentazione moderna, dello stile di vita o proprio di una “non tolleranza” verso la vita?«Come è stato accennato, l’alimentazione e lo stile di vita sono essenziali nel prevenire le “intolleranze” – aggiunge Benvenuti – Gli alimenti andrebbero scelti in maniera totalmente personalizzata in base alla propria costituzione e cotti in maniera adeguata quando necessario. Allo stesso modo l’utilizzo di spezie appropriate può essere di notevole aiuto per promuovere la digestione. Per il resto il nostro corpo non fa alcuna differenza tra digestione fisica, quindi di un cibo, e digestione mentale, di un’esperienza, di una parola, di una situazione… Se non accettiamo alcune cose che ci capitano, per esempio, è un po’ come se non digerissimo. Come vengono create le tossine fisiche, vengono create anche quelle mentali, dando luogo inizialmente a problemi psicologici come ansia, depressione e nervosismo e, successivamente a quelli fisici. Come è necessaria una pulizia a livello fisico, sarà opportuno farne una anche a livello mentale, modificando il nostro modo di porci nei confronti della vita. L’ayurveda prevede molti metodi di disintossicazione, il più completo è una tecnica chiamata Panchakarma (lett. le cinque azioni). Tecnica che generalmente va eseguita sotto controllo medico e che prevede diversi metodi come l’oleazione interna ed esterna, il vomito, clisteri, purghe, pulizia attraverso le vie respiratorie e salassi. A casa propria è invece possibile seguire diete adeguate in base ai problemi riscontrati e alla propria costituzione».
Un individuo vata, per esempio, ha una maggiore predisposizione a soffrire di gonfiore addominale, in particolare se mangia alcuni cibi. Possiamo definirla una sorta di intolleranza?«Gli individui Vata essendo dominati principalmente da due elementi molto leggeri come lo spazio e il vento dovrebbero moderare tutti i cibi che aumentano naturalmente il gonfiore addominale – sottolinea Beatrice Canu, dell’Associazione Kalishiva – Tra questi ricordiamo i cibi lievitati, freddi, i legumi eccetera. Vi sono poi alcuni espedienti, come l’aggiunta di spezie che permettono di digerire meglio anche i cibi meno adatti. L’importante è, ovviamente, che non si ecceda nel consumo».
E’ possibile discernere tra mente e corpo in una diagnosi? O considerare ogni individuo uguale all’altro?«No, è assolutamente imprescindibile – dichiara la dott.ssa Maria Cristina Minniti, medico chirurgo esperto in ayurveda e specializzato in Ematologia – E’ anche difficile suddividere la mente dal corpo. Potremmo dire che esiste un’unica entità definita mente-corpo. Allo stesso modo non si può considerare il corpo a compartimenti stagni e la persona deve essere seguita e curata tenendo presente la sua individualità, le sue esperienze. Conoscere il “filtro” che utilizza per osservare il mondo intorno a lui così come lo stile di vita e le sue predisposizioni».
Come si fa a personalizzare al massimo una diagnosi per evitare ogni possibile errore?«Investigando a fondo e prendendosi tutto il tempo necessario», aggiunge Minniti.
C’è un modo per coniugare i due punti di vista? (orientale e occidentale?)«Il modo esiste senz’altro. Probabilmente basterebbe cercare di non tentare di curare la malattia, ma il malato. Offrendo al paziente non soltanto un modo per risolvere i suoi malanni, ma una possibilità per crescere interiormente. Anche attraverso una semplice “intolleranza”. Tutto ciò va al di là di ogni metodo adoperato e può essere il punto di partenza per creare un connubio tra le due visioni della medicina».
Chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento può partecipare alla conferenza gratuita organizzata da Kalishiva e da Swastha Project che si terrà Lunedì 4 febbraio 2013 presso il centro yoga Shanti Marga (shantimarga.it) di via Assarotti, 9 a Torino alle ore 21,00.
Gli organizzatori dell’eventoKalishiva è un’associazione che si occupa della diffusione dello Yoga e dell’Ayurveda con la quale collaborano professionisti come il Dr. Prasad e la Dr.sa Maria Cristina Minniti, medico chirurgo esperto in ayurveda e specializzato in Ematologia. L’attuale presidente è la fondatrice Beatrice Canu, operatrice ayurvedica e insegnante yoga specializzatasi in India nella clinica del Dr. Prasad.
Per maggiori info: www.kalishiva.it
Swastha Project è il blog creato da Krish - Christian Benvenuti e Alexander Hau Singh Valencia (Già fondatori del centro di Cultura Ayurvedica Abhaya Dana di Torino).
Si tratta di un progetto di divulgazione e raccolta di articoli e segnalazioni sullo Yoga, l’ Ayurveda e la Cultura Indiana. In particolar modo, viene posto l’accento sugli aspetti del mantenimento della salute e della prevenzione.
Gli ideatori del progetto hanno vissuto in India, a Pune, in cui hanno fondato e diretto la PranaVeda Healthcare che si è occupata della creazione di una clinica ayurvedica e altri progetti di formazione.
Per maggiori info: www.swasthaproject.blogspot.com
Dr. Navanish Prasad. Medico Ayurvedico, Direttore del Gokula Ayush Arogyadhama di Bangalore: la Clinica di discipline olistiche dell’MS Ramaiah Medical College.
Il Dr. Prasad è specializzato in Dravya Guna, la farmacologia ayurvedica, grande conoscitore anche delle erbe occidentali.
Nelle sue indicazioni terapeutiche non mancano mai le raccomandazioni dietetiche e le indicazioni per migliorare il proprio stile di vita.
www.gokulaayush.com
[lm&sdp]
Foto: photoxpress.com/Lars Christensen
sabato 2 febbraio 2013
Lunedì 4 febbraio 2013 - ore 21,00
Kalishiva e
Swastha Project in collaborazione con Shanti Marga, hanno il piacere di organizzare la Conferenza tenuta dal
Dr. Navanish
PRASAD
AYURVEDA e
INTOLLERANZE
-
Una visione alternativa –
“Il punto di
vista dell’antica medicina tradizionale dell’India
su un problema sempre piu’ diffuso nel nostro
mondo”
“Il punto di
vista dell’antica medicina tradizionale dell’India
su un problema sempre piu’ diffuso nel nostro
mondo”
Dr Navanish Prasad, Medico Ayurvedico.
Direttore del Gokula Ayush Arogyadhama
di Bangalore,
la Clinica di discipline olistiche
dell'MS Ramaiah Medical College.
Il Dr Prasad è specializzato in Dravya Guna, la farmacologia ayurvedica,
grande conoscitore anche delle erbe
occidentali.
Nelle sue indicazioni terapeutiche non mancano mai le raccomandazioni dietetiche e le indicazioni per migliorare il proprio stile di vita.
Nelle sue indicazioni terapeutiche non mancano mai le raccomandazioni dietetiche e le indicazioni per migliorare il proprio stile di vita.
Sede: SHANTI MARGA Centro Yoga, Via Assarotti 9 – Torino
Ingresso libero (Si
raccomanda la puntualità)
martedì 22 gennaio 2013
Benvenuto 2013
Come passa il tempo… No, non intendevo i quasi due
mesi di silenzio; ma i tredici anni dal mio primo incontro con l’India!
Un paese che mi ha completamente catturato, un
paese che amo e che molte volte mi domando perche’…un paese che ho odiato,
anche se per brevi ma intensi momenti. Il paese in cui ho vissuto la fine del
2011 e quasi tutto il 2012.
Ma facciamo un salto indietro…
Calcutta: 31 dicembre 1999 – Vagavo per i mercati
di una delle città piu’ grandi dell’Asia accompagnato da una folla di pensieri
ed emozioni che con la stessa violenza del traffico e dei clacson inquinavano
la mia mente ormai stanca. Avrei voluto raggiungere Varanasi per incontrare il
Dalai Lama, ma l’agente di viaggio, al quale mi ero affidato, aveva preferito
spostarmi l’orario del treno, dicendomi che il viaggio notturno era piu’
tranquillo. Certo, peccato che il Dalai Lama non stesse ad aspettare proprio me!
Continuavo a comprare frutti o sacchetti di riso da regalare a qualche povero. E
siccome a Calcutta i poveri sono milioni era facile immaginare quanto mi “sentissi”
– e fossi- stupido. Mi “sentivo” un incrocio fra Madre Teresa ed il
protagonista de “La città della gioia”. Crollai e in preda al panico cercai un
telefono per chiamare in Italia, Sofia, la mia amata insegnante di teatro. Piansi,
le vomitai tutti i miei problemi esistenziali senza nemmeno sapere che ormai il
cancro la stava portando via. Come sempre le sue parole lenirono le mie ferite
e presto arrivo’ la sera e il mio treno per la città santa. Pensavo a tutte
quelle persone che si affannavano per festeggiare la fine del secolo in qualche
modo spettacolare. Il mio secolo finì in una cuccetta da sei con cinque
sconosciuti, tre hindu e due mussulmani, che mi offrirono cibo e chiacchere
come se facessi parte della loro quotidianità da sempre.
Il 31 dicembre 2011 mi trovavo a Pune ed
insieme ad Alex progettavo la quotidianità del vicino 2012, anno in cui sarei
stato un cittadino italiano residente all’estero. Ed il 2012 fu un anno ricco
di incontri ed esperienze uniche, l’anno in cui conobbi piu’ a fondo l’India, l’anno
in cui il mio rapporto con il subcontinente maturo’.
Ora è cominciato un nuovo anno, nuovamente in
Italia e vorrei incominciare ad ordinare questi tredici anni di esperienze
indiane… per poterle raccontare e rivivere attraverso questo blog, che era nato
per parlare di Yoga e Ayurveda. Ma…cosa sarebbero per me lo Yoga e l’Ayurveda
senza l’India?
Sicuramente non sarebbero potuti esistere… ed è
questo il motivo per cui, da quest’anno scrivero’ piu’ spesso e anche di India.
Per condividere le mie esperienze, per cercare di comprendere meglio questo
grande amore, per divulgare cose che forse non tutti sappiamo, senza nessuna
pretesa da giornalista o da scrittore. Manco fossi William Darlymple… Solo e
sempre aprendo il cuore e lasciando fluire l’emozioni
E allora…colgo l’occasione per augurarvi un 2013
ricco di Pace, Amore, Luce e Prosperità!! Restate con Swastha project!!
Krish B.
Iscriviti a:
Post (Atom)