giovedì 28 febbraio 2013

L'insostenibilità della "Shining" India


Siamo di ritorno da un incontro intitolato “L’insostenibilità socio-economica della “Shining” India” organizzato dal Centro Studi Sereno Regis in collaborazione Gruppo Assefa Torino e Iris.

Piu’ di quattro ore dedicate alla visione di tre documentari ed alcune – ahinoi – amare riflessioni sui conflitti socio-ambientali in India. Amare, mai quanto la realtà, che attraverso le immagini possiamo solo… immaginare
 


Si comincia con un documentario intitolato “Non cederemo né ora né mai” dell’italiano Danilo Licciardello, che tratta dell’esproprio delle terre da parte delle multinazionali. Siamo nel Bengala occidentale, area di Sindur e a soffrire sono le comunità contadine che vengono cacciate (30000 persone!) su proposito del governo per creare una nuova industrializzazione,  su spinta della coalizione italo-indiana FIAT-TATA motors.

Segue lo spagnolo “Yindabad” di Roi Gurian e Mariano Agudo e ci immergiamo nelle acque sempre piu’ distruttive del fiume Narmada. Distruttive a causa di un gran numero di dighe, la cui costruzione interferisce con la vita – talvolta la sopravvivenza – di numerose popolazioni rurali e indigene.

 Si termina con “Cowboys in India” dell’inglese Simon Chambers che denuncia le folle opere della Vedanta, importante multinazionale che apre una miniera di bauxite in una montagna dell’Orissa (e non solo...).
 

Storie di soprusi, violenze, distruzione della vita e dell’ambiente in nome del piu’ bieco profitto. Storie che dobbiamo conoscere per uscire dall’ignoranza. Storie da raccontare e da divulgare.

Ma in fondo lo sappiamo…le multinazionali sono brutte e cattive e cosa possiamo fare per i poveri contadini indiani?

Possiamo fare e tanto. Poiché tutto è interconnesso e non possiamo essere complici silenziosi di questi tristi scenari… Vi siete mai chiesti cosa fanno con la bauxite? Forse l’alluminio… E con l’alluminio? Forse le lattine….E con cosa le riempono? Magari con la Coca Cola…Fatta con l’acqua…Magari quella che certe persone non hanno piu’…E che altre invece vanno a comprare….Magari nelle bottiglie di plastica….Raggiungendo un ipermercato a bordo di un mezzo TATA o FIAT.... che non si muove certo ad acqua!!!

Il 22 marzo al Centro Studi Sereno Regis (www.serenoregis.org) si terrà un dibattito ed un approfondimento sul tema…intanto possiamo approfondire gli argomenti consultando l’ interessante lavoro che ritroverete sul sito www.indiaincrociodisguardi.it
 
 
 

sabato 23 febbraio 2013

Che cos'è la verità?

Quest’anno, Cinzia Picchioni durante le sue lezioni di yoga, legge dei brani tratti da “La vita autentica” di Vito Mancuso. Me lo raccontava ieri, durante una della nostre chiacchierate, quelle chiacchierate che amo, che mi nutrono e che mi fanno idealizzare il rapporto allievo- maestro come ai tempi delle Upanisad.
Conoscevo (e conosco) poco, quasi niente dell’opera di Vito Mancuso, teologo, docente universitario e dal 2009 editorialista de La Repubblica; ma dagli occhi di Cinzia trasparivano quelle scintille solite ad indicare qualche cosa di "autentico".
E così cercando in rete, fra le tantissime cose, mi sono imbattuto in questo video intitolato “Che cos’è la verità?”
 
 
Domanda che chi pratica o cerca di vivere nello Yoga dovrebbe porsi spesso (magari un po’ meno chi lo Yoga lo fa..). Nella filosofia degli Yogasutra di Patanajali, la verità (sathya) fa parte degli yama, il primo degli otto “anga” dello Yoga tradizionale (Asthanga).
Ma spesso, mi sono domandato come è possibile dire la verità, se poi si commette una violenza, himsa (ahimsa è uno degli altri yama). E proprio la Picchioni, un giorno mi disse che in fondo satya veniva dopo ahimsa, e probabilmente se ne doveva tenere conto… ahimsa-satyasteya-brahmacaryaparigraha-yamah (Y.S.2,30)

Poi studiando il jainismo - che come principali voti, parla proprio degli stessi yama – sono entrato in contatto con la dottrina dell’anekantavada ovvero dei molteplici punti di vista. Ma, mi domandavo come poter guardare la verità, che dovrebbe essere un valore assoluto, da diversi punti di vista…
E questa mattina nel video di Mancuso ho trovato delle risposte, o piu' esattamente una strada... per comprenderle meglio.
Guardate il video e con la consapevolezza del detto gandhiano, auguriamoci che la verità trionfi sempre! Quella verità che si muove, autentica come la vita!

Satyameva Jayate.
(Krish)

mercoledì 6 febbraio 2013

Intolleranze alimentari: il pusto di vista ayurvedico

Fonte: LaStampa.it - sezione Benessere, articolo di Stefania Del Principe e Luigi Mondo http://www.lastampa.it/2013/02/04/scienza/benessere/medicina-naturale/intolleranze-alimentari-il-punto-di-vista-ayurvedico-xSoKxLOo1mieyCxarFR1GL/pagina.html



Le intolleranze alimentari sono un problema sempre più diffuso: se ne parla questa sera, 4 febbraio, a Torino
Questa sera, lunedì 4 febbraio, il medico ayurvedico Dr. Navanish Prasad sarà a Torino per far luce su un problema sempre più diffuso: le intolleranze alimentari. Nell’attesa, noi ne abbiamo parlato con alcuni esperti

 
Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di intolleranze alimentari. Se inizialmente venivano menzionate solo da naturopati e medici “alternativi”, oggi è possibile eseguire diagnosi anche presso poliambulatori privati e non.

Quello che si sa sulle intolleranze sembrerebbe ancora molto poco, rispetto a ciò che si dovrebbe sapere. E così la confusione dilaga tra le persone che – in alcuni casi – si vedono costrette a spendere cifre da capogiro per test che, alla fine, sono tutt’altro che attendibili.
Secondo alcune ipotesi le intolleranze alimentari potrebbero causare anche disturbi non direttamente riconducibili all’apparato gastrointestinale. Tra questi citiamo mal di testa, depressione, disturbi oftalmici, dolori all’apparato muscolo scheletrico eccetera.
Secondo altre ipotesi, invece, tutti questi sintomi non possono essere scatenati da una semplice intolleranza.

Ci chiediamo invece noi: può un cibo mal digerito creare a lungo andare tossine diffuse in tutto il corpo e finire per influenzare apparati anche completamente distanti da quello digestivo? Potrebbe essere questa la via di collegamento tra il sostenitore di un’ipotesi e l’altra?
Per far luce su questa scottante tematica, abbiamo deciso di rivolgerci ai diversi esperti di Medicina Ayurvedica che interverranno questa sera in un incontro a tema che si tiene a Torino.

Le intolleranze sono un problema sempre più diffuso e i metodi diagnostici nascono come funghi. Ma è possibile stabilire una vera intolleranza, in cui interviene anche il sistema immunitario da un semplice problema costituzionale a metabolizzare alcuni cibi?
«La medicina ayurvedica non considera le intolleranze allo stesso modo della medicina occidentale – spiega Christian Benvenuti di Swasta Project – E’ da tenere presente che quando un cibo crea problematiche di digestione e/o assorbimento, alla base vi è quasi sempre un problema di pulizia e funzionamento intestinale.
Secondo la medicina ayurvedica, ogni alimento – così come ogni nostra esperienza – deve essere assimilato in maniera da renderla simile a noi, alla nostra natura. Se, invece, non viene metabolizzato correttamente, ovvero, rimane ancora cibo¸ non completamente scisso, digerito e assimilato può dar luogo a quelle che vengono chiamate ama – termine che significa, “non digerito”, non “metabolizzato”. Paragonabile a ciò che in occidente viene definita tossina».

«La metabolizzazione è resa possibile grazie ad Agni, il fuoco digestivo – continua Benvenuti – Questa sua forza trasformatrice ha il potere di rendere affine a noi qualsiasi alimento che, per natura, è per forza diverso. Da Agni dipende tutta la nostra vita. Senza di esso non potremmo vivere, perché sovraintende alla maggior parte delle funzioni organiche. Nonostante esistano diversi tipi di Agni, il più importante, quello centrale è proprio Jathara Agni che sovraintende al sistema digestivo. Ma Agni e Ama sono come due guerrieri sempre in lotta. Le qualità di Ama, infatti, sono opposte ad Agni. Se il primo è freddo e colloso, il secondo è caldo e leggero. Per tale motivo una quantità elevata di Ama può dare molti problemi di digestione (riduzione/spegnimento di Agni). Se queste tossine aumentano ogni giorno i problemi di “intolleranza” a uno o più cibi si espandono ogni giorno entrando in un circolo vizioso da cui è difficile uscirne se non attraverso la depurazione dell’intero organismo».

Quando è presente un’intolleranza la risposta da parte dell’organismo si verifica sempre a livello dell’apparato digestivo?«E’ difficile rispondere a questa domanda perché, come detto poc’anzi, “l’intolleranza” si verifica principalmente da un mal funzionamento di Agni – spiega Alexander Hau Singh Valencia, insegnante di massaggio ayurvedico – Ovviamente se Ama nel nostro organismo sono presenti in gran quantità possono, con il tempo, andare a ostruire i canali di circolazione. Una volta ostruiti i problemi che si possono presentare sono davvero moltissimi. Disturbi che vanno da un semplice gonfiore addominale a problemi muscolo scheletrici, articolari, depressione, ansia, disturbi di concentrazione, emicranie, stanchezza generalizzata o malattie più gravi come alcune forme cancerogene. Un metodo semplice per avere una piccola idea della quantità di tossine nel nostro corpo è quella di controllare – o meglio ancora eliminare - la patina sulla lingua la mattina quando ci si sveglia. La presenza di muco anomalo nelle varie parti del corpo potrebbe essere un segno di Ama eccessive».

Perché sempre più persone sono intolleranti? E’ un problema dell’alimentazione moderna, dello stile di vita o proprio di una “non tolleranza” verso la vita?«Come è stato accennato, l’alimentazione e lo stile di vita sono essenziali nel prevenire le “intolleranze” – aggiunge Benvenuti – Gli alimenti andrebbero scelti in maniera totalmente personalizzata in base alla propria costituzione e cotti in maniera adeguata quando necessario. Allo stesso modo l’utilizzo di spezie appropriate può essere di notevole aiuto per promuovere la digestione. Per il resto il nostro corpo non fa alcuna differenza tra digestione fisica, quindi di un cibo, e digestione mentale, di un’esperienza, di una parola, di una situazione… Se non accettiamo alcune cose che ci capitano, per esempio, è un po’ come se non digerissimo. Come vengono create le tossine fisiche, vengono create anche quelle mentali, dando luogo inizialmente a problemi psicologici come ansia, depressione e nervosismo e, successivamente a quelli fisici. Come è necessaria una pulizia a livello fisico, sarà opportuno farne una anche a livello mentale, modificando il nostro modo di porci nei confronti della vita. L’ayurveda prevede molti metodi di disintossicazione, il più completo è una tecnica chiamata Panchakarma (lett. le cinque azioni). Tecnica che generalmente va eseguita sotto controllo medico e che prevede diversi metodi come l’oleazione interna ed esterna, il vomito, clisteri, purghe, pulizia attraverso le vie respiratorie e salassi. A casa propria è invece possibile seguire diete adeguate in base ai problemi riscontrati e alla propria costituzione».

Un individuo vata, per esempio, ha una maggiore predisposizione a soffrire di gonfiore addominale, in particolare se mangia alcuni cibi. Possiamo definirla una sorta di intolleranza?«Gli individui Vata essendo dominati principalmente da due elementi molto leggeri come lo spazio e il vento dovrebbero moderare tutti i cibi che aumentano naturalmente il gonfiore addominale – sottolinea Beatrice Canu, dell’Associazione Kalishiva – Tra questi ricordiamo i cibi lievitati, freddi, i legumi eccetera. Vi sono poi alcuni espedienti, come l’aggiunta di spezie che permettono di digerire meglio anche i cibi meno adatti. L’importante è, ovviamente, che non si ecceda nel consumo».

E’ possibile discernere tra mente e corpo in una diagnosi? O considerare ogni individuo uguale all’altro?«No, è assolutamente imprescindibile – dichiara la dott.ssa Maria Cristina Minniti, medico chirurgo esperto in ayurveda e specializzato in Ematologia – E’ anche difficile suddividere la mente dal corpo. Potremmo dire che esiste un’unica entità definita mente-corpo. Allo stesso modo non si può considerare il corpo a compartimenti stagni e la persona deve essere seguita e curata tenendo presente la sua individualità, le sue esperienze. Conoscere il “filtro” che utilizza per osservare il mondo intorno a lui così come lo stile di vita e le sue predisposizioni».

Come si fa a personalizzare al massimo una diagnosi per evitare ogni possibile errore?«Investigando a fondo e prendendosi tutto il tempo necessario», aggiunge Minniti.

C’è un modo per coniugare i due punti di vista? (orientale e occidentale?)«Il modo esiste senz’altro. Probabilmente basterebbe cercare di non tentare di curare la malattia, ma il malato. Offrendo al paziente non soltanto un modo per risolvere i suoi malanni, ma una possibilità per crescere interiormente. Anche attraverso una semplice “intolleranza”. Tutto ciò va al di là di ogni metodo adoperato e può essere il punto di partenza per creare un connubio tra le due visioni della medicina».

Chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento può partecipare alla conferenza gratuita organizzata da Kalishiva e da Swastha Project che si terrà Lunedì 4 febbraio 2013 presso il centro yoga Shanti Marga (shantimarga.it) di via Assarotti, 9 a Torino alle ore 21,00.

Gli organizzatori dell’eventoKalishiva è un’associazione che si occupa della diffusione dello Yoga e dell’Ayurveda con la quale collaborano professionisti come il Dr. Prasad e la Dr.sa Maria Cristina Minniti, medico chirurgo esperto in ayurveda e specializzato in Ematologia. L’attuale presidente è la fondatrice Beatrice Canu, operatrice ayurvedica e insegnante yoga specializzatasi in India nella clinica del Dr. Prasad.
Per maggiori info: www.kalishiva.it

Swastha Project è il blog creato da Krish - Christian Benvenuti e Alexander Hau Singh Valencia (Già fondatori del centro di Cultura Ayurvedica Abhaya Dana di Torino).
Si tratta di un progetto di divulgazione e raccolta di articoli e segnalazioni sullo Yoga, l’ Ayurveda e la Cultura Indiana. In particolar modo, viene posto l’accento sugli aspetti del mantenimento della salute e della prevenzione.
Gli ideatori del progetto hanno vissuto in India, a Pune, in cui hanno fondato e diretto la PranaVeda Healthcare che si è occupata della creazione di una clinica ayurvedica e altri progetti di formazione.
Per maggiori info: www.swasthaproject.blogspot.com

Dr. Navanish Prasad. Medico Ayurvedico, Direttore del Gokula Ayush Arogyadhama di Bangalore: la Clinica di discipline olistiche dell’MS Ramaiah Medical College.
Il Dr. Prasad è specializzato in Dravya Guna, la farmacologia ayurvedica, grande conoscitore anche delle erbe occidentali.
Nelle sue indicazioni terapeutiche non mancano mai le raccomandazioni dietetiche e le indicazioni per migliorare il proprio stile di vita.
www.gokulaayush.com

[lm&sdp]

Foto: photoxpress.com/Lars Christensen








 

sabato 2 febbraio 2013

Lunedì 4 febbraio 2013 - ore 21,00


Kalishiva e Swastha Project in collaborazione con Shanti Marga, hanno il piacere di organizzare la Conferenza tenuta dal

Dr. Navanish PRASAD

 

AYURVEDA e INTOLLERANZE

-        Una visione alternativa – 

“Il punto di vista dell’antica medicina tradizionale dell’India
su un  problema sempre piu’ diffuso nel nostro mondo”


 
Dr Navanish Prasad, Medico Ayurvedico.
Direttore del Gokula Ayush Arogyadhama di Bangalore,
la Clinica di discipline olistiche dell'MS Ramaiah Medical College.
Il Dr Prasad è specializzato in Dravya Guna, la farmacologia ayurvedica,
grande conoscitore anche delle erbe occidentali.
Nelle sue indicazioni terapeutiche non mancano mai le raccomandazioni dietetiche e le indicazioni per migliorare il proprio stile di vita.


Sede: SHANTI MARGA Centro Yoga, Via Assarotti 9 – Torino
 

Ingresso libero      (Si raccomanda la puntualità)